SIMBOLOGIA DELLO SHINTO
TORII (鳥井)
Il TORII è il simbolo per antonomasia dello Shintoismo; esso rappresenta il portale che dà accesso ai templi o ad una qualsiasi zona naturale considerata sacra. Il torii è un simbolo di MISTICISMO, rappresenta l’eterna interazione del mondo umano con il divino. Attraversare un torii, significa rivitalizzare i sensi spirituali e rinnovare la partecipazione alla vita, all’universo intero e alla propria esistenza. L’origine di questo simbolo è sconosciuta: alcuni la collegano al mito di Amaterasu, quando si nascose in una grotta per sfuggire a SUSANOO; altri, invece, ne vedono l’origine analizzando l’etimologia della parola: infatti, torii è composto dal kanji di uccello (鳥) con l’aggiunta di una “i” finale; secondo questa spiegazione i primi torii servivano ad ospitare gli uccelli, che erano considerati molto importanti dalla religione shintoista, poiché simboleggiavano il contatto tra cielo e terra, metafora del mondo divino e umano.
TOMOE (智恵)
Il TOMOE
, detto anche TRIPLO TAIJITU, è il simbolo della triplicità dell’energia cosmica shintoista. Infatti, due delle tre parti, rappresentano i due principi polari, YIN E YANG, mentre la terza parte, rappresenta l’universo, cioè tutte le manifestazioni che nascono dai due principi primordiali. Esistono molte versioni del Tomoe; se si considera la grande diffusione del simbolo, questo oltre a caratterizzare lo shinto, è entrato a far parte della simbologia buddhista. La versione più diffusa è quella tripolare (三つ智恵 – mitsu tomoe), in linea appunto con la cosmologia shintoista; tuttavia, si dice che tomoe è anche il tipico simbolo dello stile giapponese ma bipolare, l’aspetto di quest’ultimo ha influenzato molto lo stile della versione cinese del Tomoe.
CORDA SACRA o SHIMENAWA (注連縄)
La CORDA SACRA, detta appunto 注連縄 (shimenawa), è una composizione che compare spesso nei templi shintoisti o nei luoghi sacri, per esempio viene appesa agli alberi o alle rocce, considerati espressione delle potenze spirituali, o all’asta orizzontale del torii per aumentarne il senso di sacralità. La shimenawa consiste in una treccia di paglia di riso alla quale vengono attaccate strisce di carta chiamate GOHEI ( 御幣), che sono l’elemento più usato per raffigurare le divinità. La parola shimenawa è composta da tre kanji , di cui NAWA (letteralmente vuol dire “corda”) e gli altri due corrispondono più o meno a “scrosciare” e “serie”: infatti, la parola SHIMEKAZARI (注連飾り), indica proprio l’insieme di decorazioni realizzate con molte shimenawa: infatti, KAZARI (飾り) vuol dire proprio “decorazione”.
MANEKI NEKO (招き猫)
In ogni leggenda legata al MANEKI NEKO, ci sono dettagli simili, soprattutto il salvataggio di qualcuno da parte di questo GATTO TAMA (玉猫). Tuttavia, il maneki neko, da leggenda popolare è diventato uno dei simboli più famosi del Giappone, anche se è di origine buddhista, e le sue immagini vengono usate come amuleti nella religione shintoista. Si crede che questo amuleto abbia poteri mistici e capacità di protezione nell’ambiente in cui si trova, portando salute, fortuna e denaro. La figura del maneki neko, pare risalirebbe al XIV/XVII secolo ed avrebbe avuto origine a Osaka, anche se tradizioni precedenti lo farebbero risalire addirittura a millenni fa, quando i primi gatti furono importati in Giappone attraverso la Cina dai coltivatori di BACHI DA SETA.