Gli Olandesi e le motivazioni di Ieyasu Tokugawa
Il primo shogun Tokugawa non era certo un personaggio che si lasciava facilmente influenzare, tanto più che non aveva interesse a schierarsi in favore di uno o dell’altro dei contendenti e a lasciarsi coinvolgere in un conflitto europeo. Ma, al contrario, Ieyasu, voleva trasmettere all’estero l’immagine di un Giappone riunificato e pacificato, che metteva da parte le mire aggressive ed espansionistiche di Hideyoshi e sostituiva al rigido clima di tensione instauratosi in precedenza, una apertura distintiva verso il riallacciarsi di normali relazioni diplomatiche.
In un contesto del genere, Hirado sembrava una scelta ideale: sia considerando i trascorsi dell’isola nei rapporti con i portoghesi che l’avevano esclusa dalle loro rotte, sia per le peculiarità geografiche che limitavano il campo d’azione di olandesi e inglesi e ne favorivano il controllo da parte delle autorità, attraverso la presenza dei daimyo Matsuura. Ieyasu offriva alle due compagnie europee ottime possibilità di sviluppo per i loro commerci, in quanto giocava a suo favore la competitività dei prezzi delle merci. Ma comunque non dimenticava di controllare queste attività, anche attraverso una graduale concentrazione dei traffici in un limitato numero di porti. Nel 1616 il bakufu avrebbe circoscritto ai soli porti di Hirado e Nagasaki l’ingresso del mercantilismo internazionale.
Hirado: base internazionale della pirateria cinese
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, le attività marittime cinesi e giapponesi stavano vivendo una fase di grande espansione. Infatti, il graduale indebolimento della dinastia dei Ming, favoriva le iniziative private dei mercanti cinesi che operavano lungo le coste meridionali che moltiplicavano le relazioni commerciali cinesi che giungevano fino alle coste dell’India. All’indomani della morte di Hideyoshi e del ritiro delle truppe giapponesi dalla Corea, i mercanti-pirati cinesi riprendevano le rotte per il Giappone e la comunità cinese di Hirado si rinvigoriva grazie a nuovi arrivi. E sempre nell’ottica di porre sotto il suo diretto controllo i commerci condotti dalle marinerie cinesi in territorio giapponese, Ieyasu (nel 1603-1604) nominava il primo interprete ufficiale di cinese: forse un segno premonitore degli avvenimenti che avrebbero condotto alla scelta di Nagasaki come unico porto d’ingresso dei traffici internazionali (1635). Quindi, all’arrivo degli anglo-inglesi, la comunità cinese di Hirado era già ben costituita e in piena attività, con a capo il pirata-avventuriero-mercante LI DAN; numerosi sono i riferimenti che lo riguardano nei documenti olandesi e inglesi. Questi ci parlano nel dettaglio, il quotidiano legame che si era stabilito tra Li Dan e gli europei, nonché dell’importante mediazione da lui svolta tra i Matsuura e i delegati delle due compagnie, così come dell’intercessione di Li Dan presso le autorità governative di Nagasaki e del suo personale legame con il bugyo (武業 – alto magistrato) di Nagasaki Hasegawa Morinao (長谷川森奈緒).